La mia storia

Veus alter ego chibi di Laura Mandaradoni

Mi chiamo Laura Mandaradoni, sono nata a Milano il 22 giugno 1982, sono alta un metro e quarantacinque centimetri (ti vedo che sorridi) e sono mamma di Alessio, il mio orgoglio più grande. Ah, e non posso non citare la mia gatta Margherita, che comanda in casa più di me.

La mia vita poteva essere come quella di tanti altri, ma il destino aveva in mente un piano tutto suo.

Sono nata con ipoplasia congenita, una malformazione ossea che colpisce un nuovo nato su 40.000 e che nel mio caso coinvolge il femore della gamba destra. Questo ha significato, fin da piccola, convivere con una disabilità motoria e affrontare decine di interventi chirurgici ortopedici.

Ho imparato, passo dopo passo, a trasformare le mie fragilità in forza.

La malformazione con la quale sono nata, mi ha portata ad affrontare interventi complessi e a conoscere ben presto la metodica di Ilizarov.

Le mie gambe portano cicatrici ben visibili, che un tempo consideravo un marchio da nascondere. Oggi invece scelgo di mostrarle, perché raccontano la mia storia meglio di qualsiasi parola.

Scrivo per chi, come me, si è sentito almeno una volta “fuori posto”. Qui troverai esperienze di vita vera, riflessioni su body positivity, racconti di resilienza e spunti di accettazione di sé.

Non indoro la pillola: ti parlo con sincerità, con le mie paure e con la mia ironia, perché credo che solo così possiamo davvero connetterci.

Questo spazio non è nato per insegnarti come vivere, ma per ricordarti che non sei solə.

Ognuno di noi porta cicatrici, visibili o invisibili, e tutte hanno lo stesso valore: ci rendono autentici.

Ti stai chiedendo chi è questo cartoon?

👀 Lei si chiama Veus ed è la mia versione chibi. Leggi ed ascolta la sua storia!

Perché volevo essere una sirena

Illustrazione chibi di una ragazza con lunghi capelli scuri che guarda fuori dalla finestra e sogna di essere una sirena con un gattino grigio tigrato accoccolato accanto a lei.

Quando nel 1989 uscì il famoso cartone di Walt Disney “La Sirenetta“, io ne rimasi subito affascinata.

Ariel poteva nuotare leggera negli abissi marini, tra l’altro sempre perfettamente pettinata e truccata (come solo lei sa fare, giusto?) e, nonostante questo, desiderava ardentemente avere due gambe bellissime.

Così tanto che sarebbe stata disposta a cedere la sua voce meravigliosa in cambio della possibilità di vivere sulla terra, di camminare, di correre, di stare in piedi.

Io partivo avvantaggiata perché due gambe le avevo, ma paradossalmente a volte avrei preferito possedere una bellissima pinna!

Forse perché, come Ariel, pensavo che “con il corpo giusto” sarei stata più felice. Ma con il tempo ho capito che la bellezza non è solo una questione di come ci vediamo, ma anche di come ci sentiamo nel nostro corpo, con le nostre imperfezioni.

Lo sapevi che…? 🧠

La figura della sirena metà donna e metà pesce nasce nel Medioevo: i marinai la descrivevano come una creatura affascinante che viveva negli abissi e compariva solo per incantare chi osava guardarla troppo a lungo. Molti credevano che fosse simbolo di tentazione e pericolo, ma allo stesso tempo rappresentava anche il desiderio di libertà e mistero legato al mare.

Cosa possa fare per te

Illustrazione chibi di una ragazza coi capelli lunghi che manda un abbraccio virtuale

Credo che la condivisione abbia il potere di rompere le barriere e ispirare cambiamento. Oggi, grazie ai social media e al web, abbiamo un’opportunità unica di connetterci con persone che stanno vivendo o hanno vissuto esperienze simili alle nostre.

Ai miei tempi, non c’era tutto questo. Le informazioni, le esperienze, i racconti erano limitati. Per poter condividere pensieri e preoccupazioni, dovevo aspettare la visita di controllo, e avere la possibilità di chiacchiere con qualcuno che mi avrebbe capita.

E allora ad un certo punto, mi son detta: perché non essere d’aiuto? Se la mia esperienza può essere di supporto, perché non condividerla?

Non ho una formula magica, ma qualcosa di molto più reale: la mia esperienza. Attraverso il blog e i miei canali social ti accompagno in un percorso mirato al body positivity e all’accettazione di sé, con racconti autentici che parlano di cicatrici, fragilità e rinascita.

Per tutta l’adolescenza ho preferito coprire il mio corpo sotto a strati di vestiti inutili. Oggi scelgo di mostrarlo fiera delle mie cicatrici, simbolo di tutto ciò che ho affrontato. Nessuno dovrebbe mai vergognarsi del proprio corpo.

La Lauretta

Sei nel posto giusto se cerchi:

  • storie vere che ti ispirino a non mollare;
  • uno spazio dove l’autenticità viene celebrata;
  • spunti concreti per affrontare le tue sfide quotidiane;
  • ispirazione.

❣️Io sono qui per ricordarti che non sei solə e che la tua voce, esattamente come le tue cicatrici, merita di essere ascoltata.

Non ti prometto la perfezione (che poi, cos’è davvero?), ma ti mostro come imparare a guardarti con occhi diversi, riconoscendo il valore unico che senz’altro c’è già dentro di te.

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Gatto grigio tigrato con occhi verdi in stile chibi